“Cosa siamo?” è una domanda trascendentale che ricorre spesso quando ci troviamo in determinate situazioni. Quando non sappiamo cosa decidere, quando affrontiamo una rottura o quando dobbiamo decidere quale lavoro fare. Cosa hanno in comune tutte queste circostanze? Mettono in gioco tutto il nostro universo interiore, e come validare le emozioni?
La nostra identità e il nostro universo emotivo sono correlati. Spesso la confusione su ciò che proviamo è in grado di estendersi ad altri aspetti importanti, come la nostra capacità di controllo. A volte, d’altra parte, cerchiamo di recuperare questo stesso controllo influenzando o condizionando gli altri.
Fingiamo così per scacciare via i dubbi dimostrando di essere in grado di elevarci al di sopra degli altri, quindi di influenzare l’evoluzione degli eventi.
Imparare a identificare, regolare e gestire, ossia a validare le emozioni, è una questione spinosa che riguarda l’educazione. Sviluppare questa capacità è talmente importante che da essa dipende non solo la nostra salute mentale, ma anche quella di chi ci vive accanto.
Possiamo guardare alle emozioni come a una moneta a due facce: da una parte ci danno energia, dall’altra ci trasmettono molteplici messaggi. Questi due aspetti sono ugualmente importanti e una corretta educazione emotiva ci permette di distinguerli e di metterli al servizio dei nostri interessi.
La tristezza, per esempio, di solito ci invita a riflettere e ci offre uno stimolo che induce a prendersi una pausa. La rabbia, invece, spesso ci comunica che abbiamo subito un’ingiustizia e ci fornisce l’energia necessaria per attivarci affinché ciò non accada di nuovo. In ogni caso, siamo noi a decidere cosa fare del messaggio che ci arriva, che senso dargli. E siamo sempre noi a dover regolare il rilascio di quella energia.
“Le cose migliori e più belle del mondo non possono essere viste e nemmeno toccate. Bisogna sentirle con il cuore”
Helen Keller
Le emozioni che proviamo sono di nostra responsabilità, ma dal momento che dipendono da stimoli esterni, è un fatto che facciamo fatica ad accettare. La tendenza a incolpare gli altri della nostra rabbia, della nostra tristezza o della nostra insoddisfazione è piuttosto comune.
È per questo motivo che il modo in cui la rabbia si trasformerà in tristezza o la paura in gioia definirà il nostro atteggiamento di fronte le sfide quotidiane e i problemi più difficili.
In altre parole: definirà noi stessi.
