La differenza fra sapere e conoscere sta tutta in un altro verbo: sperimentare.

Solo attraverso la sperimentazione si può oltrepassare quel limite teorico che appartiene alla conoscenza, che è qualcosa di oggettivo, alla portata di tutti, ed arrivare così a qualcosa di personale, di proprio, di tangibile: il sapere.

Il sapere è soggettivo, è verificato, è verità. Il perché è facile da intuire, in quanto la sperimentazione è fatta sempre e solo in prima persona, ed ha effetti molto profondi sul sistema psicofisico dell’individuo.

La conoscenza invece, è a disposizione di tutti, la si può apprendere e studiare sui libri, la si può apprendere dai maestri e dai guru, in chiesa, a scuola, in famiglia, ovunque. Ma la conoscenza senza sperimentazione non può essere verità.

Il conoscere, a differenza del sapere, sortisce degli effetti che, il più delle volte, restano a livello superficiale in quanto, come ho già detto, si tratta di EVENTI NON VISSUTI IN PRIMA PERSONA ma conosciuti attraverso le parole o gli scritti di chi, invece, ha avuto modo di sperimentarli in prima persona.

Capita spesso però, che molte persone abbiano molta più sete di “conoscere” anziché di “sapere”, e questa estenuante sete di conoscenza le porta a seguire sempre più corsi, conferenze, leggere migliaia di libri, cambiare tanti guru quanti sono i loro calzini ma senza… venire a capo di nulla!

Questo non significa che attraverso la conoscenza non s’impara nulla, anzi, la conoscenza è il trampolino di lancio, ma poi deve esserci la spinta della “sperimentazione” se si vuole arrivare in alto, se si vuole realmente sapere cosa è possibile vedere una volta che si è in volo.

Pertanto, se si è disposti ad imparare tanto ma non si applica nulla di tutto ciò nella quotidianità, allora di conseguenza è come se non si fosse seguito nessun corso, guru o letto alcun libro. Si resta ad un livello di “teorici conoscitori”, senza più riuscire ad avanzare nel proprio percorso evolutivo.

 

“Conoscere e non agire

equivale a non sapere

Yukio Mishima

Ma perché è così difficile e increscioso sperimentare?

Innanzitutto sperimentare richiede amore e volontà, prima di tutto verso noi stessi, poi verso ciò che ci circonda. Solo chi prova amore, infatti, è in grado di trasformare le sue conoscenze in applicazioni pratiche e, quindi, sperimentarne gli effetti, trasmutandoli in SAPERE.

Chi si limita a conoscere, in genere, lo fa perché ha paura di andare oltre le proprie conoscenze, probabilmente perché non è sicuro che possano sortire gli effetti desiderati e subentra pertanto la paura del fallimento. Il conoscitore teorico evita di sperimentare, evita di “scoprire” che determinate conoscenze potrebbero NON essere vere, quindi fasulle, ed evita così di rimettersi alla ricerca di qualcosa di “nuovo”. 

Il sapere invece, è un piatto che ti prepari da solo, in solitudine, in meditazione, con ingredienti selezionati da te stessa, in base a ciò di cui hai bisogno. Questa è la differenza fra sapere e conoscere, la differenza fra ciò che è nostro e ciò che invece è uguale per tutti.

A voi la scelta!